Reiki, Scienza e Medicina

» QUESTA PAGINA SI LEGGE IN 3 MINUTI (600 PAROLE)


STUDI SCIENTIFICI SUL REIKI

Diversi studi scientifici sono stati condotti per analizzare l’azione del Reiki nell’ambito propriamente medico.

Ad esempio, ne sono stati studiati gli effetti sulla stanchezza collegata al cancro, sulle neuropatie diabetiche, sulle forme lievi di Alzheimer, sul sistema nervoso autonomo e sulla sintomatologia della chemioterapia.

In particolare, ha dimostrato di migliorare ansia e paura, depressione, solitudine, nausea e vomito, dolori e disturbi del sonno e di stimolare appetito ed umore più calmo e positivo.

Questi benefici sono importanti anche durante le fasi pre e post-operatoria e durante i trattamenti invasivi, come chemio e radioterapie.

Oggi diversi ospedali italiani e molti altri nel mondo lo stanno già utilizzando come approccio complementare alle cure mediche ed alcuni lo stanno proponendo anche per alleviare lo stress psico-fisico degli Operatori Sanitari.


PROGETTO SPERIMENTALE DI REIKI CONDOTTO CON UN GRUPPO DI 16 PAZIENTI REUMATOLOGICI

Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 ho avuto la preziosa opportunità di condurre personalmente per 10 settimane un progetto sperimentale, denominato “Reiki 3S Plus”, con un gruppo di 16 persone affette da diverse malattie reumatologiche, alcune delle quali in fase di intensa attività o molto datate.

La tecnica di Reiki impiegata è stata quella del Reiki a distanza di “gruppo” e in 10 settimane i partecipanti hanno ricevuto 25 trattamenti da 1 ora, che sono stati fatti arrivare loro sempre durante il sonno notturno.

I risultati del progetto sono stati particolarmente rilevanti.

Essi, unitamente alla descrizione del Progetto, sono documentati in questo sito nella parte finale della pagina “Reiki a distanza di «gruppo»”, alla quale si rimanda.


IL REIKI AL FIANCO DELLA MEDICINA

Il Reiki non sostituisce le cure mediche, ma piuttosto le affianca in modo estremamente utile.

Aumenta la risposta del paziente alle terapie e diminuisce gli effetti collaterali, talora pesanti, da esse prodotti.

In senso più generale, il Reiki si pone come un valido alleato della Medicina, poiché agisce come strumento di protezione della salute.

In Medicina la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) studia l’influenza della sfera mentale-emozionale sulla regolazione del sistema nervoso, ormonale e immunitario: ansia, preoccupazioni, emozioni negative, tensioni, ecc. possono causare problemi di salute.

Il Reiki aiuta a ricreare una condizione di armonia ed equilibrio nella persona e in tal modo riduce o annulla la probabilità che stati mentali o emozionali negativi abbiano conseguenze psico-fisiche rilevanti.


DIFFERENZA TRA CURA E GUARIGIONE

A proposito del rapporto tra Reiki e Medicina, è utile distinguere tra i concetti di cura e guarigione.

La cura è un intervento medico applicato dall’esterno che rimuove le evidenze diagnosticabili di una malattia ed il cui effetto risulta misurabile in termini scientifici.

La guarigione è, piuttosto, un processo interno e soggettivo di recupero, che ha luogo a livello fisico, emozionale, mentale e spirituale e che produce nella persona la sensazione di essere integra e completa, in equilibrio ed armonia con se stessa e con il mondo esterno.

Le due cose possono accadere in modo del tutto separato: una persona può sentirsi guarita persino se viene meno la possibilità di cure mediche e, viceversa, una persona completamente curata può sentire di dover ancora guarire.


REIKI E SCIENZA

Studi scientifici condotti negli USA ed in Giappone hanno dimostrato che durante i trattamenti di Reiki il Praticante emette dalle mani un campo biomagnetico misurabile.

Le frequenze sono comprese tra 0,3 e 30 Hz e sono state misurate contemporaneamente a livello cerebrale.

Questo evidenzia che, sul piano fisico, le onde si generano nel cervello del Praticante e poi scorrono lungo i nervi fino alle sue mani, da cui vengono assorbite dalla persona che riceve il Reiki.

In tale spettro ondulatorio, l’intensità maggiore è presente a 7-8 Hz, che corrispondono al cosiddetto stato “alpha”, ripetutamente documentato anche nel rilassamento profondo e nella meditazione.

Le ricerche hanno evidenziato che nello spettro di frequenze 0,3-30 Hz la capacità di autoguarigione e di rigenerazione di cellule e tessuti è significativamente amplificata e che si registrano fenomeni di riduzione o scomparsa del dolore.